RTN, STN, E BLEACHING O SBIANCAMENTO DEI CORALLI
RTN, STN, E BLEACHING O SBIANCAMENTO DEI CORALLI
(Foto di Mariano Arzillo)
Uno dei problemi più comuni che molti appassionati di barriera incontrano nella gestione della propria vasca è la necrosi rapida dei tessuti RTN (Rapid Tissue Necrosis); la necrosi dei tessuti lenta STN (Slow Tissue Necrosis) e lo sbiancamento (Coral bleaching). In genere, questi fenomeni si osservano sui coralli SPS (Small Polyp Stony) essendo i coralli più soggetti sono anche i più delicati come il genere Acropora, Pocillopora, Stylophora; meno frequente sul genere montipora, tra quelli citati risulta il più resistente. Seppur più resistenti questo fenomeno lo si può notare anche sui coralli LPS (Large Polyp Stony), le cause sono comunque da ricondursi ad elementi comuni.
RTN e STN
L’RTN (Rapid Tissue Necrosis), ovvero la necrosi rapida dei tessuti è
quando avviene il distacco a lembi del tessuto connettivo del corallo dal suo
scheletro calcareo. Questa necrosi una volta iniziata progredisce molto
rapidamente, una colonia di grandi dimensioni può perdere tutto il tessuto in
meno di 24 ore portando così l’animale alla morte.
L’STN (Slow Tissue Necrosis), necrosi lenta dei tessuti avviene molto
più lentamente dell’RTN, si manifesta nello stesso modo ma con tempi
decisamente più lunghi, la morte del corallo potrebbe avvenire dopo settimane o
addirittura dopo mesi. In questo caso la perdita del tessuto dell’animale non
avviene con il distacco dei lembi di tessuto, ma si nota una lenta ma
progressiva regressione del tessuto lasciando l’animale con lo scheletro calcareo
bianco e morto.
PERCHÉ SI È VERIFICA LA NECROSI DEI TESSUTI
Sia l'RTN del corallo che l'STN sono causati da
un'infezione del tessuto e dello scheletro del corallo da parte di protozoi
microscopici classificati come parassiti. Questi protozoi sono una famiglia di
organismi microscopici unicellulari visibili solo al microscopio; sono presenti
nella colonna d'acqua, all'interno del tessuto e dello scheletro del corallo.
Nel 2018, il dottor Ara Deukmedjian ha eseguito una serie di esperimenti
dimostrando che questi protozoi sono la causa dell’RTN e STN dei coralli, gli
esperimenti hanno avuto lo scopo di coltivare e infettare campioni di corallo
sani con i protozoi, il risultato ha portato alla conclusione che in tutti i
casi dove il corallo aggredito dai protozoi ha sempre portato fatto scaturire
la malattia l’RTN, STN con la conseguente necrosi e morte.
Sebbene vi siano molte variabili che possono
causare necrosi e l’induzione di stress al corallo, cercheremo di trattare i
fattori più comuni.
·
Sbalzo di
alcalinità.
Lo sbalzo di alcalinità (KH), può avvenire in
alcune situazioni indotte dall’acquariofilo:
1)
Nuovo inserimento in Vasca
I coralli selvatici, coltivati o di importazione sono
vulnerabili alle fluttuazioni di alcalinità questo è dovuto alle lunghe ore di
trasporto per arrivare nei centri d’importazione. Qui Non sempre
l’acclimatazione viene correttamente condotta e successivamente anche nei
negozi molto spesso si vedono disponibili alla vendita, coralli molto
stressati, privi di colore e molto sbiaditi. Per questo motivo l’introduzione
in vasca dei nuovi coralli necessita di un periodo di acclimatazione attento.
Tale acclimatazione anderebbe eseguita in modo molto graduale, per abituare
l’animale ai nuovi valori di alcalinità; preferibilmente andrebbe condotta con
metodo goccia a goccia per un periodo di alcune ore. Dopo l’inserimento in
vasca il nostro corallo va posizionato in una zona della vasca con una corrente
dolce ma alternata, ed una esposizione alla luce il meno diretta possibile.
Queste condizioni andrebbero mantenute sino a quando, osservando il corallo si
vedrà uno stato generale di salute percepito dallo spolipamento e lo spessore
del tessuto, visivamente dovrà avere un tessuto carnoso e colorato.
2)
Sostituzione del sale utilizzato nei cambi d'acqua.
I diversi marchi di sale possono avere
un’alcalinità diversa anche di svariati punti, questo può alterare l'alcalinità
nell’ambiente. È molto importante essere a conoscenza del livello di KH del sale utilizzato e regolarlo a seconda del valore
della vasca.
3)
Integrazioni manuali.
Per questo motivo, è meglio controllare
regolarmente e assicurarsi che l’alcalinità sia stabile con pochissime
fluttuazioni. Il dosaggio manuale richiede test costanti e può creare livelli
di KH molto irregolari, quindi il modo migliore per l’integrazione è l’utilizzo
di una pompa dosometrica. Queste pompe assicurano la giusta quantità d’integrazione
ogni giorno per mantenere il livello del KH costante. È importante notare,
tuttavia, che anche con l’utilizzo di pompe dosometriche anche molto precise, è
comunque necessario controllare regolarmente l’alcalinità, con la crescita dei
coralli, il consumo è proporzionale; testare e garantire un'alcalinità stabile
aiuterà ad eliminare ogni possibilità di necrosi a seguito di improvvisi
cambiamenti.
(Corallo
Colpito da STN; Foto di Matteo Zucco)
·
Variazioni
di salinità
Un'altra causa della necrosi dei tessuti è un cambiamento improvviso e repentino
della salinità. La salinità è indubbiamente la caratteristica più nota
dell’acqua marina e anche una tra quelle che maggiormente condizionano la vita
degli organismi. Mediamente in natura è del 35‰, ovvero 35 g di sale per 1 kg
d’acqua, ma in mari chiusi o semichiusi dove l’evaporazione è maggiore rispetto
agli apporti di acqua dolce, che avviene attraverso i fiumi e le precipitazioni
meteoriche, i sali si concentrano e la salinità aumenta. È il caso, ad esempio,
del Mar Rosso, dove il clima arido delle zone circostanti e la scarsità di
fiumi comportano una salinità media del 42‰.
Nelle nostre vasche, ciò si può verificare quando si eseguono cambi
d'acqua senza preventivamente controllare la corretta percentuale di salinità.
L'uso di un rifrattometro è il modo migliore e più accurato per verificare la
percentuale di sali disciolti. poiché tutti gli acquari sono soggetti all’evaporazione
l'acqua deve
essere reintegrata. Mentre l'acqua evapora, il sale no, quindi la
salinità aumenterà al diminuire del volume dell'acqua per evaporazione.
Recentemente con la gestione dei nostri acquari con
vari sistemi Balling, abbiamo notato delle lievi e lente variazioni. Anche in
questo caso si dovrà rimuovere acqua dalla vasca e sostituirla nella stessa
quantità con acqua osmotica.
·
Sbalzi di
temperatura
Un requisito fondamentale per i nostri acquari di
barriera è la stabilità, questo fattore è indispensabile anche per quanto
riguarda la temperatura. In vasche con volumi d’acqua relativamente bassi con
metodi d’illuminazione come tubi fluorescenti o alogenuri metallici, la
temperatura può aumentare drasticamente durante il ciclo di illuminazione e
raffreddarsi di notte mentre le luci sono spente, in abbinamento alle
temperature dovute ai cambi di stagione fa si che la temperatura della nostra
vasca oscilli in continuazione. Per ovviare a questo inconveniente dobbiamo
prevedere, in funzione del tipo di illuminazione e condizione ambientale un
impianto di condizionamento, implementando la tecnica con riscaldatori e
refrigeratori adeguati e disponibili sul mercato.
·
Alimentazione
Uno dei principali aspetti per prevenire l’STN è una corretta
alimentazione dei nostri coralli. In natura, i coralli hanno sviluppato diverse
strategie di alimentazione per aumentare la loro sopravvivenza in acque povere
di nutrienti denominate predazione “Autotrofa “, diretta e “Eterotrofa”. Grazie
alla relazione simbiotica con un’alga marina conosciuta col nome di zooxantella
da cui ricevono la maggior parte dei loro nutrienti, l’alimentazione avviene
principalmente con luce solare, nutrienti presenti nell’acqua e dall’ossigeno. Con
la predazione autotrofa o diretta il corallo mediante i suoi polipi
principalmente estroflessi durante la notte, cattura organismi planctonici particelle
alimentari microscopiche.
Nelle nostre vasche si tende a far passare il
concetto errato di mantenere i valori dei nutrienti prossimi allo zero. Una
vasca “magra” cioè priva di nutrienti è la principale causa dell’STN. Il
corallo nel caso in cui non trovi sufficiente cibo, per una forma di
preservazione naturale tende a far morire il tessuto vecchio partendo dalla
base favorendo i rami giovani dove sono presenti le crescite.
SBIANCAMENTO
DEI CORALLI
Lo sbiancamento dei coralli (coral bleaching) è la perdita delle
zooxantelle con la conseguente de pigmentazione del corallo. Questo fenomeno
avviene in natura ed è un segno tangibile della reazione a qualche forma
di stress del corallo. Nella maggior parte dei casi è dovuto a fenomeni climatici
come quello che negli ultimi anni è sempre più frequente in natura; El Niño, un
aumento della temperatura climatica con il conseguente innalzamento di alcuni
gradi delle correnti oceaniche provenienti dall’Oceano Pacifico orientale. Il
riscaldamento temporaneo causa lo sbiancamento dei coralli in innumerevoli
reef.
Nei nostri acquari le cause sono simili a quelli manifestate in natura;
quando la temperatura dell’acqua aumenta eccessivamente, oppure in condizioni
di alta irradiazione ultravioletta o anche solo uno di questi due fattori, le zooxantelle
iniziano a produrre radicali liberi, elemento estremamente tossico per
l’animale; in risposta, il corallo le espelle facendo assumere alla struttura
calcarea una colorazione pallida fino a lasciare lo scheletro completamente
bianco, da cui il termine “sbiancamento”; in assenza della principale fonte di
nutrimento, i polipi sono destinati a morire di fame.
Lo sbiancamento può avere luogo in presenza anche di altri fattori:
cambiamenti nella composizione
chimica dell'acqua (grado di salinità), cambiamento della corrente (causa l'accumulo
di sedimenti sul corallo), malattie.
In
seguito all’espulsione delle alghe simbiotiche, il degrado nella maggior parte
dei casi è irreversibile, le condizioni anche se ripristinate allo stato
ottimale, difficilmente si potranno riformare le zooxantelle. In questa
delicata fase il corallo può avere qualche possibilità di sopravvivenza se si
manterrà libero da sedimenti presenti in vasca, infatti, la morte di un corallo
colpito da sbiancamento avviene per il soffocamento dovuto ai sedimenti che
vanno ad ostruire i canali digestivi dei polipi ormai debilitati dallo stress. Il
corallo in questi casi andrà posizionato in una zona dove vi sia un buon
movimento d’acqua ed il flusso sia costante ma alternato e la luce non dovrà
essere troppo aggressiva; assolutamente non diretta. Il corallo andrà
alimentato direttamente sino a quando non si inizierà a intravedersi la
formazione delle nuove zooxantelle, se si ha un pò di fortuna e parametri
chimici e organolettici nella norma, il corallo nel giro di tre quattro mesi
potrebbe ristabilirsi del tutto.
(Corallo Colpito da Sbiancamento o bleaching; Foto di Michele Menditto)
PREVENZIONE E RIMEDI
Dopo aver determinato le cause, è estremamente importante non apportare ulteriori
cambiamenti improvvisi. Verrebbe spontaneo voler correggere immediatamente i
valori di alcalinità, salinità o temperatura, così facendo però si aumenterà ulteriormente
le possibilità di mortalità del corallo e probabilmente si causeranno ulteriori
danni ad altre colonie presenti nella vasca. Le modifiche vanno apportate molto
lentamente. In uno due giorni per il ripristino della temperatura, tre quattro giorni
per la salinità e una settimana per l'alcalinità.
Attualmente se si interviene in tempi rapidi, l’unico metodo per cercare di mitigare i danni riconducibili all’RTN e l’STN sebbene non vi sia alcuna certezza nel salvare anche solo parzialmente il corallo
è quello di tagliare a circa due centimetri la zona affetta dall’infezione, l’incisione deve essere netta utilizzando delle tronchesi idonee alla dimensione del ramo o della sezione da tagliare. Tutti gli strumenti utilizzati vanno preventivamente puliti e sterilizzati.
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