Introdurre e acclimatare nuovi animali nel marino
Tuttavia, bisogna sapere come agire per garantire un corretto
ambientamento ai nuovi animali che acquistiamo, a partire dal momento in cui li
scegliamo e li compriamo dal negoziante, a quando vengono effettivamente
inseriti nel nostro acquario.
Come
sceglierli
Innanzitutto ribadisco la priorità (ove possibile) di acquistare in
un negozio fisico piuttosto che in uno shop online, così avremo modo di
osservare direttamente l’animale prima di comprarlo, e soprattutto portarlo a
casa nostra in autonomia, senza correre il rischio di affidarlo alla spedizione
con i corrieri.
Se il negoziante non fosse di nostra fiducia pur di vendere qualcosa
potrebbe indurci anche a fare acquisti inappropriati, perciò è sempre bene
informarsi su un pesce, corallo, invertebrato che vediamo al negozio per capire
se è adatto a vivere nel nostro acquario e se è di facile gestione e con buona
compatibilità con altre specie.
Pesci
Nel caso dell’acquisto di un pesce, dopo esserci accertati che il
litraggio della nostra vasca sia sufficiente per allevarlo e che non ci siano
particolari problemi di compatibilità con altre specie che vorremmo inserire, dovremmo
osservarne l’integrità fisica (evitare pesci con le pinne tagliate o
danneggiate, con la livrea sbiadita o con presenza di puntini bianchi
associabili alla malattia dell’oodiniasi, o apparentemente scarni e
malnutriti), poi vederne il comportamento: nello specifico osserviamo se il
pesce nuota e respira in modo regolare. Infatti se respira in modo affannoso,
nuota a scatti e si struscia contro rocce e superfici interne, questi aspetti potrebbero
suggerire fastidi provocati da un’ipotetica infestazione parassitaria.
Prima di acquistare un pesce sarebbe anche bene chiedere al
negoziante di mostrarci se questo accetta il mangime, ciò consentirebbe di
evitare di acquistare un pesce apparentemente sano ma che potrebbe riscontrare
problemi nell’alimentarsi nella nostra vasca con il rischio che deperisca in
breve tempo.
In ogni caso è sconsigliato, soprattutto ai neofiti, l’acquisto dei
pesci farfalla, ovvero quelli appartenenti alla famiglia dei Chaetodontidae
quasi tutti i pesci di questa famiglia sono molto difficili da alimentare in
acquario e il loro destino in acquario la maggior parte delle volte purtroppo è
segnato.
Invertebrati
Per quanto riguarda l’acquisto degli invertebrati ci sono delle
distinzioni nella scelta da fare a seconda del tipo di animale:
-
Lumache: sono tra i primi invertebrati che si
inseriscono in acquario, per la maggior parte si tratta di molluschi
gasteropodi con abitudini alimentari detritivore o alghivore, utili in acquario
a smaltire parte dei detriti organici in eccesso e ad eliminare alcune
tipologie di patine algali. Sebbene non abbiano esigenze particolari di
allevamento bisogna evitare di inserirle immediatamente nei primi giorni
dell’avviamento dell’acquario, in quanto specialmente se avviamo la vasca con
rocce sintetiche, esse troverebbero un ambiente praticamente sterile e inadatto
alla loro sopravvivenza per l’assenza di alimento. Perciò consiglio anche per
queste specie di attendere che la vasca sia almeno un minimo matura prima di
procederne all’inserimento. Attenzione a distinguere le tipologie di lumache:
alcune specie sono prettamente insabbiatrici (es. Babylonia zeylanica),
pertanto non adatte ad una vasca “berlinese”, priva di fondale sabbioso.
-
Ricci: vengono spesso introdotti nei primi mesi
di maturazione per agevolare la regressione delle alghe in questa fase, molto
utili quelli del genere Gratilla, Salmacis e Mespilla.
Prima di comprarli in negozio osserviamo che non tendano a perdere facilmente
gli aculei, indice che un riccio non sta bene.
-
Gamberetti: in un acquario marino non
dovrebbero mai mancare i gamberetti pulitori del genere Lysmata (L.
amboinensis, L. debelius ecc.) tuttavia sono invertebrati
delicati nella fase di introduzione in acquario, infatti, necessitano di essere
inseriti in un acquario già abbastanza maturo e con valori stabili. Per
sceglierli in negozio può essere utile accertarsi che abbiano zampe e antenne
integre, diversamente il gambero potrebbe non essere in ottima salute. Se il
gambero ha appena effettuato la muta nell’acquario del negozio è meglio
attendere 1-2 giorni prima di acquistarlo e trasferirlo nella nostra vasca.
-
Spirografi: sono per la maggior parte anellidi
del genere Sabellidae in acquario si nutrono semplicemente filtrando
l’acqua e intrappolando particelle in sospensione mediante le setole della
corolla, non particolarmente esigenti in acquario, una volta trovata la loro
collocazione ideale si saldano al substrato in quel punto. Unica accortezza
prima di acquistarne uno assicurarsi che sia provvisto delle setole e che
quando le estrofletta siano integre, mai comprarne uno da chiuso.
Altri invertebrati come stelle marine, nudibranchi o peggio ancora i
crinoidi sono da evitare in qualsiasi caso perché non adatti alla vita in
acquario. Unica eccezione in questo gruppo le stelle marine insabbiatrici Archaster
typicus possono essere allevate nelle nostre vasche purchè dispongano di un
consistente strato sabbioso come fondale (vasche con “dsb”)
Infine le Tridacne, affascinanti molluschi bivalvi dal mantello
variopinto, sono animali estremamente delicati e se ne raccomanda l’allevamento
solo agli acquariofili esperti, provvisti della tecnica adatta per una vasca di
barriera con coralli duri.
Coralli
molli
Tra i coralli quelli molli sono quasi tutti di facile gestione, per
la maggior parte necessitano solamente di buona illuminazione e acqua con un
buon contenuto di nutrienti in termini di NO3 e PO4 per
prosperare nelle nostre vasche. I più comuni sono Zoanthus, Sarcophyton,
Lobophythum, Briareum, Sinularia, Xenia. Sono animali facilmente reperibili nei
negozi e adatti a qualsiasi tipologia di vasca marina, bisogna sapere però che
alcuni di questi coralli crescono saldandosi al substrato e possono talvolta diventare
invasivi ricoprendo interamente rocce e vetri, limitando così lo spazio
all’eventuale inserimento di altre specie.
Come
inserirli e ambientarli opportunamente
Una volta arrivati a casa con il nostro nuovo animale nel sacchetto,
ci sono delle accortezze da rispettare per assicurarsi che questo si ambienti
al meglio nel nostro acquario marino.
Innanzitutto consideriamo che l’acqua marina è molto variabile data
la sua complessa composizione, soprattutto in termini di temperatura e salinità.
Pertanto è sempre consigliato procedere con cautela all’introduzione del nostro
nuovo pesce, gamberetto, o corallo.
In generale è importante aprire subito il sacchetto di plastica in
cui è stato trasportato, specialmente se è passata qualche ora dal momento
dell’acquisto; infatti l’ossigeno presente nel sacchetto di plastica viene
gradualmente consumato dall’animale e aprendolo garantiamo una rapida
ossigenazione.
Dopodiché immergiamo il sacchetto nel nostro acquario tenendolo
fissato al vetro con una molletta, in questo modo la temperatura dell’acqua
interna alla busta raggiungerà quella del nostro acquario.
Trascorsi 5 minuti circa iniziamo a versare gradualmente delle
piccole quantità (l’ottimo sarebbe un sistema di versamento per gocciolamento)
di acqua dell’acquario nel sacchetto, per cercare di rendere l’acqua nel
sacchetto chimicamente più simile a quella dell’acquario. Nel caso in cui ci
fosse una forte disparità della salinità tra le due acque, noteremmo il
formarsi di un leggero alone nel momento in cui versiamo l’acqua all’interno
del sacchetto, in questo caso è bene procedere a versare l’acqua finché questo
fenomeno non sarà più percettibile. Solitamente come riferimento si usa
raddoppiare il volume d’acqua iniziale del sacchetto per stemperare le
disparità tra le composizioni delle due tipologie di acqua, normalmente per
raggiungere il raddoppio del volume d’acqua si deve procede gradualmente in
modo da ultimare il processo in 30-40 minuti.
Infine si preleva dal sacchetto l’animale con l’ausilio di un retino
o nel caso di un corallo molle delicatamente con la mano e si immette nel
nostro acquario. È importante agire in questo modo anziché rovesciare in vasca
il sacchetto con tutto il suo contenuto: non conosciamo la qualità dell’acqua
di provenienza e potremmo rischiare anche contaminazioni microbiche.
Ambientamento
di un pesce
ambientamento
in acquario di un Centropyge bispinosus ©
I pesci in genere sono molto sensibili agli stress, soffrono anche
la limitazione del nuoto nel sacchetto, pertanto è bene limitare il tempo del
trasporto e procedere il prima possibile all’ambientamento in vasca. La
metodologia generale descritta prima è valida anche per i pesci, con la
differenza che nel caso di forti stress conseguenti all’attacco eventuale di un
pesce già presente in vasca, può essere d’aiuto spegnere le luci dell’acquario
per alcune ore e facilitare così l’adattamento del pesce al nuovo habitat.
Ambientamento di un gambero
ambientamento
in acquario di una coppia di Lysmata amboinensis ©
Tra gli invertebrati marini introducibili in acquario i gamberetti
sono una delle specie più delicate in fase di ambientamento, molto più
suscettibili dei pesci in particolare alle variazioni di salinità nel momento
del trasferimento da un acquario all’altro.
È opportuno prolungare i tempi di inserimento con immissione di
acqua nel sacchetto anche oltre i 30-40 minuti aumentando ulteriormente la
percentuale di acqua della nostra vasca nel sacchetto provvisorio.
Inoltre, nonostante un adeguato inserimento secondo queste accurate
metodiche, è possibile che i gamberetti abbiano difficoltà di adattamento alla
nuova vasca nei primissimi giorni dal trasferimento. Il momento cruciale che
nella maggior parte dei casi indica la buona riuscita dell’ambientamento finale
alla nostra vasca, coincide con l’effettuazione della prima muta nel nuovo
ambiente.
Per esperienza personale avendo allevato nell’arco di 15 anni decine
e decine di gamberetti di varie specie, soprattutto del genere Lysmata,
la maggior parte delle morti precoci dei gamberetti marini avviene nei primi
giorni dal trasferimento senza aver effettuato la prima muta.
Ambientamento di un corallo
ambientamento in acquario di una Acropora
millepora, corallo SPS ©
Anche l’inserimento di un corallo necessita delle accortezze
generali descritte all’inizio di questo capitolo, tuttavia a differenza di
altri animali, i coralli sono da noi collocati manualmente in un determinato
punto nella nostra vasca.
Prima di acquistarlo è opportuno soprattutto identificare e
conoscere tale corallo, è fondamentale capire se è provvisto di scheletro
calcareo duro o se si tratta di un corallo molle e reperire informazioni
sull’opportuna collocazione in vasca della specie in questione, in particolare
dobbiamo sapere a che altezza posizionarlo e a quale intensità luminosa e di
flusso d’acqua deve essere sottoposto.
Per i neofiti è opportuno evitare qualsiasi tipo di corallo duro,
che sia LPS o SPS, se si vuole gestire una vasca con tecnica molto semplice
senza doversi munire di sistemi per la gestione della triade come reattori di
calcio o dosometriche con Balling.
Ci sono tante varietà di coralli molli facili da allevare e poco
esigenti in termini di qualità dell’acqua: per il loro inserimento non ci sono
particolari complessità, ma bisogna sapere che in genere hanno crescita rapida
e alcuni di questi hanno una crescita di tipo incrostante che potrebbe renderli
invasivi nel tempo.
Per i coralli duri LPS e SPS (assolutamente non adatti ad un
acquariofilo alle prime armi) ci sono altri aspetti da considerare nel momento
dell’introduzione nella nuova vasca. Dopo aver cercato informazioni riguardo il
corretto posizionamento e individuata la probabile collocazione adeguata al
corallo, è bene in ogni caso adagiare tali animali sul fondo dell’acquario per
almeno un paio di giorni e poi alzarli gradualmente fino a portarli nella zona
definitiva designata. Questo evita stress eccessivi al corallo appena inserito,
che collocato sul fondo della vasca riceverà luce debole senza correre il
rischio di bruciarne il tessuto, come avverrebbe se ricevesse una forte
intensità luminosa fin da subito. Alcuni coralli LPS prediligono vivere sul
fondo della vasca, naturalmente se questa è sufficientemente illuminata e con
un flusso d’acqua moderato.
I primi giorni successivi all’introduzione di un corallo e alla sua
collocazione, molle o duro che sia, sono importanti per capire se l’animale si
è ben adattato al nuovo habitat. Dobbiamo osservarli attentamente, accorgerci
se possono essere infastiditi da eccessivo movimento o se non estroflettono i
polipi, in questi casi si può provare a cambiarne la posizione e spesso non è
facile individuare quella più adatta al primo tentativo, l’importante è
osservare bene il corallo e cogliere eventuali segni di sofferenza di questo
tipo.
Infine, per collocare qualsiasi tipologia di corallo, è fondamentale
cercare di mantenere una certa distanza (variabile a seconda della dimensione e
della lunghezza dei polipi) tra due o più di essi se appartenenti a specie
diverse: i polipi dei coralli sono urticanti e mettendo due specie differenti a
contatto tra loro la più aggressiva prevarrà sull’altra danneggiandola e
bruciandone i polipi e il tessuto.
Autore: Giuseppe Cerverizzo
Foto: Giuseppe Cerverizzo
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